GivenchyGivenchy by SarahSarah Burton,Burton, l’approccio innovativo per la maison simbolo dell’eleganza
WORDS BY STAYINTREND – Foto copertina credits Launchmetrics/Spotlight
Questo pezzo è stato scritto da un professionista e non con il supporto dell’IA
La stilista inglese, dopo 26 anni da McQueen, ha rivisitato l’archivio e i classici
Dopo aver portato avanti l’eredità stilistica di Lee Alexander McQueen, il grande talento britannico che ha lanciato il marchio che porta il suo nome ed è scomparso nel 2010, la stilista Sarah Burton è ora la nuova direttrice creativa di Givenchy, la maison francese fondata nel 1952 da Hubert de Givenchy.
Un passaggio significativo per Burton che per 26 anni ha lavorato per McQueen, prima come braccio destro del designer e poi per 13 anni come direttrice creativa (era così apprezzata che quando nel 2013 annunciò di lasciare la maison furono tante le proteste da parte dei fan). Una strana coincidenza vuole che proprio Lee Alexander McQueen guidò la stessa maison prima di lei, dal 1996 al 2001.
E pochi giorni fa, a Parigi, è avvenuto il debutto di Burton, che ha presentato la sua prima collezione conquistando pubblico e critica. Un primo show applauditissimo all’insegna di semplicità, look soffisticati, assenza di fronzoli inutili e quell’eleganza sobria che tanto amava Hubert de Givenchy.
L’ispirazione della sfilata nella storia della maison
La (bellissima) collezione autunno/inverno 2025/26 si chiama Under Construction ed ha preso vita grazie ad un evento speciale: durante i lavori di ristrutturazione del primo atelier di Hubert de Givenchy, in Avenue Alfred de Vigny 8, è stato ritrovato un armadio segreto in cui era custodito un archivio di cartamodelli della collezione di debutto del 1952.
E anche lo show ideato da Sarah Burton si è svolto in un luogo simbolico, la sede di Givenchy dal 1955 in Avenue George V.
I dettagli della collezione, tra lavorazioni d’atelier e fiocchi
La componente ‘sartoriale’ è fondamentale in tutta la collezione, con bellissime gonne drappeggiate, completi voluminosi, abiti dalla schiena nuda e maxi abito di voile, come quello giallo limone che diventa per molti il simbolo di questa collezione.
Bellissime la giacca con i bottoni e revers sulla schiena e il top di pietre multicolor, da abbinare a classicissimi pantaloni sartoriali neri.
Sempre importante il completo sartoriale, uno dei must dello stile di Burton: blazer a clessidra con spalline sporgenti, pantaloni morbidi o gonne a matita.
La stilista si è concentrata anche sui capispalla, qui è dove sono state esplorate le lavorazioni d’atelier: quindi modelli indossati al rovescio, blazer con i bottoni sulla schiena, orli dall’effetto grezzo o sfrangiato.
Per celebrare l’heritage tornano in passerella i fiocchi, proposti ora in dimensioni maxi, su capispalla e abiti. Nuovo il pattern floreale, usato su gonne a ruota e abiti scultorei.
Il nuovo capitolo al momento giusto
Il debutto di Burton è arrivato proprio nel momento giusto per la maison, che negli ultimi anni non aveva mai davvero convinto gli addetti ai lavori, prima con l’ultimo periodo guidato da Claire Waight Keller poi con Matthew Williams.
Burton ha operato con la sua pulizia formale, la stessa semplicità post-bellica che aveva reso celebre Hubert de Givenchy.
Ha riportato in auge anche abiti più simili a sculture come i minidress a rete con maxi balza finale e i maxi dress in tulle.
Quindi heritage e innovazione, una combinazione che si addice molto allo stile di Hubert de Givenchy che spesso ha sfidato le norme del suo tempo, nonostante i suoi abiti (sobri) fossero amatissimi dalla borghesia parigina dell’epoca.
Come dimenticare il famoso “little black dress” indossato da Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany?
Divenne il manifesto di un’epoca. Con l’A/i 2025/26 Burton è riuscita a mixare le parole chiave di questa maison: eleganza, lavorazioni d’atelier, creatività e approccio rivoluzionario.
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