LondonLondonFashionFashionWeek,Week, i momenti più cool
WORDS BY STAYINTREND – foto copertina credits Launchmetrics/Spotlight
Dai classici dello stile inglese ai nuovi brand, tutte le novità
Dopo New York, Londra ha preso il testimone e ha fatto da cornice alle sfilate donna per la primavera/estate 2025. Tra giovani designers e maison più consolidate, abbiamo visto sfilare il meglio della moda contemporanea inglese, tra chi ha cercato di riscrivere i codici del Brit Style e chi di intercettare le nuove generazioni di consumatori. Tra i più estrosi ci sono stati i look di Harris Reed, che ha scelto pezzi vintage per il suo show alla tate Modern. Un mix di vecchie tende in raso, pizzi francesi e all’uncinetto, tovaglie, scampoli da merceria che diventano abiti e giacche dall’allure super contemporanea.
S.S. Daley, il brand amato da Harry Styles
Dopo che Harry Styles ha acquisito una quota di minoranza della griffe S.S. Daley – che ha sfilato come ospite speciale a Pitti Uomo – è stato un boom di interesse, tanto che lo stilista britannico Steven Stokey-Daley (da pochissimo insignito del premio Queen Elizabeth II for British Design) ha deciso di debuttare anche sulle passerelle femminili. Forte – come sempre – il contributo dal tailoring maschile, quindi smoking XL con cravatte di marabù e blazer dalle spalle grosse abbinati a gonne plissé, pullover ricamati e bermuda macramè. Iperfemminili i trench cropped o stampati e le gonne longuette con stampe floreali.
Il ritorno di Nensi Dojaka
Dopo un anno di assenza, Nensi Dojaka torna sulle passerelle della London Fashion Week con due importanti novità. La stilista ha infatti lanciato una capsule collection in collaborazione con Calvin Klein, fatta dei suoi super sexy bralette a triangolino. Inoltre ha ampliato la sua linea, che prevede i famosi abiti lingerie ma anche blazer dalle spalle oversize, minidress, trench. Da provare anche i pantaloni in jersey per un effetto seconda pelle, abbinati ai top in maglia vedo-non-vedo.
Lo stile eclettico di JW Anderson
Da sempre amato per i suoi look giocosi, concettuali e a volte anche contaminati dal surrealismo, JW Anderson questa volta si è lasciato ispirare da un saggio su arte e design del critico inglese di Clive Bell (membro del Bloomsbury Group dei primi del Novecento). Quindi sfilato abitini con lettering, ma anche bomber a righe e gonne drappeggiate, gilet in maglia e mini dress con i lembi che diventano fiocchi. Ai piedi stivaletti da corsara.
16 Arlington punta sulla seduzione
Alla Royal Academy di Londra ha sfilato il giovane brand 16Arlington, che propone una svolta sexy con minigonne di paillettes argento e nere, completi in pelle e denim e camicette da lasciare aperte a lasciar vedere l’intimo. Restano in collezione anche i must per cui il brand è amato: sofisticati tailleur con giacca a portafoglio e pantaloni Capri.
Simone Rocha e il balletto
Simone Rocha si ispira al mondo del balletto e sceglie il garofano come motivo ricorrente della collezione. Così il fiore compare su body, T-shirt, gonne, e gli abiti vedo-non-vedo. L’ispirazione dal mondo della danza arriva nelle gonne tutù, da portare abbinate alle giacche a vento o i cardigan. Da osservare la parte in denim, una novità, che la stilista propone profilato di cristalli floreali per un look iperfemminile.
Erdem concettuale
Erdem punta tutto su uno stile concettuale e si ispira ai look della scrittrice Radclyffe Hall e della scultrice Una Troubridge, due artiste dei primi del Novecento. Lo stilista turco-canadese ha infatti deciso di omaggiare l’opera Il pozzo della solitudine(romanzo pubblicato nel 1928) con uno show al British Museum in cui sfilano completi gessati, lussuosi doppiopetto, gonne midi con le rose, blazer decorati con cristalli.
Burberry e il nuovo trench
Negli spazi del National Theatre ha sfilato Burberry, con un attesissimo show di Daniel Lee. La griffe ha mandato in passerella abiti di paillettes abbinati a pezzi di ispirazione utility, in colori come verde militare, lilla, arancio. Protagonista – come sempre – il trench, nella versione corta in pelle o in quella più oversize tipo camicia. Da copiare le infinite versioni di questo classico intramontabile.