FashionFashion Fruit:Fruit: le nuove fibre a base di uva, arance e banane a servizio della moda
WORDS BY STAYINTREND – Photo courtesy: THEMOIRè
La frutta è di moda, non solo perchè fa bene alla salute ma anche perchè potrebbe essere il futuro di un’industria tessile più sostenibile. I brand internazionali ci stanno già lavorando da tempo, vediamo allora quali sono le curiosità più accattivanti.
THEMOIRè, un marchio riconosciuto a livello internazionale per il suo impegno nella responsabilità ambientale, lancia proprio in questi giorni una collezione di borse ricavata dagli scarti dell’uva. Veg-Gea (Vegan – Madre Terra) è il nuovo tessuto tecnico a base vegetale prodotto grazie a un trattamento speciale delle fibre e degli oli contenuti nella vinaccia: così le nuove ‘Grapebags’ sono interamente costituite da bucce e vinaccioli dell’uva (Gea, Bios, Ebe, Tike sono i modelli principali).
Orange Fiber invece è una fibra tessile artificiale di origine naturale realizzata a partire da scarti della produzione degli agrumi. Un’idea che nasce in Sicilia, propone una fibra simile alla seta per caratteristiche ed è già attualmente utilizzata dal brand Salvatore Ferragamo per lussuose collezioni di abbigliamento donna e da H&M per la sua Conscious Collection.
Good Sustainable Mood invece è una startup di moda sostenibile nata a Parma che produce T-shirt in fibra di latte, un materiale completamente ecologico brevettato negli anni ’30 che attraverso le moderne tecniche di lavorazione si trasforma in un tessuto particolarmente confortevole al tatto e dalle proprietà benefiche per il corpo.
Ma non è finita qui: a Bolzano c’è l’azienda Hannes Parth, che ha dato vita a Frumat, che ha creato la Apple Skin, ovvero una fibra realizzata con bucce e torsoli di mele (è usata dal marchio di sneakers Womsh). C’è poi la fibra a base di ananas, realizzata da Carmen Hijosa, che collabora con i coltivatori delle filippine (dove vengono raccolte le fibre) e poi in Spagna produce un materiale simile alla pelle animale. E’ un materiale naturale, sostenibile e compostabile, derivato da un prodotto di scarto dell’industria agro- alimentare. A oggi è forse la più conosciuta alternativa vegetale alla pelle ed è utilizzata da marchi come Hugo Boss, Paul Smith, Trussardi o H&M.
Poteva mancare la fibra di banana? Assolutamente no, ecco allora la fibra BananaTex, prodotta da una partnership tra il marchio svizzero di zaini Qwstion e un partner di tessitura con sede a Taiwan: si ricava dalla corteccia dell’albero (cellulosa) o dalle fibre dei banani ed è una delle fibre naturali vegetali biodegradabili più resistenti. Infine c’è la Corn Fiber, prodotta dal gruppo Radici, derivata dagli zuccheri del mais, dai quali si ottiene un biopolimero, un materiale ecologico da fonte naturale, rinnovabile e biodegradabile.
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